Francesco Marotta | Si spengono le luci, la fine di una delle campagne elettorali inversamente proporzionale al disgusto provato da buona parte degli italiani verso una classe politica auto-referenziale ? Il bel Paese di una volta e che vorremmo fosse ancora, non è più capace di adagiarsi sugli allori. Così pare. Persino la foto del fulmine su San Pietro, poche ore dopo l’annuncio di Benedetto XVI, sia esso un aneddoto circoscritto, una breve ma intensa metafora attribuita al dio del lampo e del tuono della mitologia norrena, oppure, forse, l’inizio di una lunga saga di proporzioni comico-politiche. Il giorno dopo vale la pena essere vissuto e a quanto pare in piazza San Giovanni a Roma, Grillo e la sua corazzata rivestita di urla e imprecazioni fa il pieno. Secondo gli organizzatori del M5S, 800 mila persone, rappresentanti l’evoluzione politica di un Movimento. In alto i sermoni e le voracità assolutiste: “ per voi è finita, inizia una nuova era. Arrendetevi”.

Arrendersi all’evidenza non è facile per nessuno. Figuriamoci, dimenticare attempate freddure, motti di un’epoca destrutturata dall’interno da molti dei protagonisti della politica moderna rielaborati da Grillo. Una pellicola attuale invece, un “Fronte del Porto” datato 2013, dove l’attore principale non è Marlon Brando ma Beppe Grillo e la regia, celata da un abile paroliere Gianroberto Casaleggio, brandente slogan e contestazioni semantiche di un’intendere la politica, sin dal sua albore, come una cosa viva. Evidenze che portano senza troppo attendere ad un’immagine furtiva dagli specchietti retrovisori di un’Italia che è cambiata tanto ma in negativo. Finiti i girotondi che sorressero il mondo “radical flop” di Nanni Moretti, l’Italia, ora, canta gorgheggiando le idi comiche di uno scrittore fantasma.

Quella di Casaleggio pare un’opera funzionale, policroma e, se è vero che tutto ha un inizio, l’ideatore del Movimento grillino non si è mai fatto mancare nulla. Un palmares invidiabile: membro in passato del Consiglio di Amministrazione di Lottomatica e Olivetti, scrittore di saggi nell’irrazionale paccottiglia del web, ed infine, curatore del sito di Italia dei Valori. Le indicazioni sull’irraggiungibile figura di punta del grillismo enfatico, giungono dalla sua azienda, la Casaleggio Associati.

L’area stampa a disposizione dei giornalisti per l’ultima “adunanza” a piazza San Giovanni era gremita. Ad esclusione dei corrispondenti italiani, consentendo l’ingresso solo ai media stranieri e a Sky Tg24. Un’esplicita compartecipazione con la tv di Murdoch e un’implicita mission della Casaleggio Associati, mirata a “sviluppare consulenza strategica di Rete per le aziende e di realizzare Rapporti sull’economia digitale” come pubblicato sul sito www.Casaleggio.it. Come noto, Sky si avvale di aziende esterne per tutelare e accrescere l’ambito informatico della società, strettamente correlate all’alta economia.

La creatura di Grillo non brilla per trasparenza: quali interessi economici, finanziari e politici intercorrono tra la Casaleggio e Grillo ? Molto probabilmente lo “ Tsunami Tour” pare da lontano la copia evolutiva dell’avvento della Lega Nord con caratteristiche diverse. Pare ma non lo è. Grillo vanta migliaia di iscritti e una mirabile presenza televisiva, senza per l’appunto, neppure avere bisogno di presenziare ai dibattiti del piccolo schermo. Una prodigiosa risorsa disponibile solo per pochi eletti, nel segno distintivo della grande ripulitura della Repubblica Italiana dagli sprechi, dalla politica corrotta, contro il sistema dei partiti, accogliendone tuttavia tra le proprie fila i delusi e, al contempo, indirizzandone l’antisistemicità profusa all’interno dello stesso sistema.

Una legittimazione e una battaglia politica inversa al proprio credo, all’apparenza solo informatico e di massa. Cenni di un’avversità congenita alla disinformazione e deformazione degli accadimenti in atto, celandone dal basso le pregiudiziali e molto probabilmente, un’agenda ricca di appuntamenti e laboriosità che vanno oltre il “noi vogliamo solo il calore della gente e tanto ci basta”.

Le strategie di rete della Casaleggio Associati vantano clienti del calibro della PepsiCo, Marriot, American Financial Group, Best Western, Bnp Paribas, Ibm e l’immancabile JP Morgan. Ombre sottili che attraversano l’irriverenza di un linguaggio/messaggio compreso da molti per la sua chiarezza, nel quale la semiotica spicciola prima di affilarsi le unghie, lascia alle sue spalle un bagaglio manageriale tanto vituperato, dischiusosi apertamente contro le lobbies in senso lato e le corporations.

Il Movimento 5 Stelle molto probabilmente raggiungerà un traguardo insperato. Il secondo partito italiano, salvo capovolgimenti legati indissolubilmente alla “ Ruota di Pavone” di quest’ultima tornata elettorale delle politiche 2013. C’e’da chiedersi se le cure proposte da Grillo& Co siano in effetti un palliativo prepostoci da tempo a sostegno di un anno di grave crisi politica ed economica, volutamente subordinato all’interventismo fiscale e a tutte le dicotomie tra l’universo partitico-politico e la società civile, intenta a contemplare con ammirazione il programma di cambiamento (ad opera degli italiani?) proposto dal M5S, come unica panacea ai mali che attanagliano l’Italia. Un atteggiamento comodo e prudente, rinunciatario e callido.