Non è un paese per ricchi. Ma non è nemmeno un paese per normalissimi turisti. È un paese poco furbo, che non sa sfruttare al meglio le proprie potenzialità paesaggistiche. Cose dette e ridette, ma volente o nolente questa è l’Italia, il paese che nessun ministro al turismo o alla cultura (anche unificati) è mai riuscito a far brillare.

E quando arriva l’estate, i nodi ritornano al pettine.

Basta fare una breve crociera con una barca di media grandezza, dalle coste italiane a quelle francesi, per accorgersi come le cose siano drasticamente diverse. Tanto per fare un esempio: per attraccare al porto dell’esclusivissima Saint Tropez, in Costa Azzurra (800 posti barca di cui 600 per barche di piccola e media grandezza), con una barca a motore di 15 metri ci vogliono appena 65 euro al giorno, corrente elettrica e acqua inclusi. Roba che nemmeno alla pensione Flora di Viareggio. Con la stessa barca, per ormeggiare nella vippissima Porto Cervo, in Costa Smeralda, servono invece 500 euro al giorno. Stessa tariffa a Porto Rotondo e Poltu Quatu. Per spendere un po’ meno in Sardegna bisogna andare al porto nuovo di Olbia, vista aeroporto, dove prendono 80 euro al giorno.

Altro esempio: in un’altra stupenda località della Costa Azzurra, Cannes, con lo stesso natante, ci vogliono 50 euro al giorno. Soliti servizi compresi nel prezzo. Per approdare al porticciolo di Capri, ammesso che ci sia posto, bisogna tirar fuori 600 euro. Dieci volte di più. Inavvicinabile anche Portofino, 180 euro, seppur pianga un crollo vertiginoso del turismo. E chissà mai perché…

Il governo Monti, la scorsa estate, aveva ammazzato il settore della nautica (tante barche sono rimaste nei cantieri perché molti non hanno soldi nemmeno per pagare il rimessaggio), tassando tutto il tassabile, e trattando i proprietari di barche come degli appestati, questa estate le cose se vogliamo sono anche peggio.

I prezzi stellari delle nostre località turistiche, ormai al di fuori di ogni logica e avvicinabili solo da super ricchi, non agevolano alcun tipo di turismo, nemmeno quello straniero che predilige semplicità e efficienza. Va bene che i nostri mari sono tra i più belli del mondo, ma questo non significa renderli fruibili solo per chi ha in tasca l’American Express Centurion, soprattutto se paragonati ad altrettante località di prestigio di altri paesi vicini, che si accontentano di cifre più oneste.

Solita barca, stessi paradossi. Per andare con quel motoscafo a Marina di Grosseto, in piena Maremma (altro che Saint Tropez), ci vogliono 100 euro; stessa cosa nell’obsoleto porto di Castiglione della Pescaia (che da anni aspetta di essere rinnovato). All’Isola d’Elba chiedono 160 euro a Porto Azzurro e 140 a Portoferraio e Marciana Marina, anche in periodi di bassa stagione. Per il nuovissimo porto di San Vincenzo, vicino Livorno, occorrono 140 euro al giorno. Per dormire a Porto Vecchio, in Corsica, bastano invece 80 euro.

Se ci spostiamo in Costiera Amalfitana, la musica non cambia, anzi distorce. Tralasciando l’inavvicinabile Capri che ormai ha raggiunto prezzi assurdi (e non solo per i posti barca), luogo buono solo per rampolli, arabi, neo ricchi dell’Est Europa e oligarchi russi, l’unica un po’ più a buon mercato, si fa per dire, è Ischia, con «soli» 200 euro a notte per legare la cima a una bitta del porto. Più a Sud tirano un po’ meno il collo, se però ti accontenti di porti meno famosi. All’isola di Salina, nelle Eolie, chiedono 150 euro e a Panarea si accontentano di 50 euro, anche se ti fanno attaccare a una boa in mezzo al mare e se hai bisogno vengono a farti da tender con un gommoncino.

Questo per parlare dei porti. Poi c’è l’argomento gasolio che non è affatto secondario. Per la solita barca di 15 metri, ci vogliono 3.000 euro per un pieno di gasolio (1.800 litri) in Italia. Circa 500 euro in meno se fai rifornimento in Corsica. Il rapporto è 1,50 euro al litro in Francia e 1,75 al litro nei porti italiani. Insomma, tutto come al solito. Nulla è cambiato, anzi. La lotta senza quartiere alla ricchezza scatenata dal governo Monti va avanti, e i ricchi, quelli veri, se ne vanno dall’Italia. Così a rimetterci, come sempre, è la classe media. E le barche italiane scappano tutte. Chi può rivolge la prua verso la Corsica o la Costa Azzurra. Complici pure le infrastrutture portuali più all’avanguardia. Una su tutte: in Francia si collegano le acque sporche della toilette della barca ai sistemi di spurgo, così l’acqua del porto rimane più pulita. In Italia si può scaricare tutto in mare. Bè, sono i vantaggi di pagare 600 euro al giorno.