La rinuncia al “ministero di Vescovo di Roma” da parte di Papa Benedetto XVI ha suscitato clamore in tutto il mondo. Non accadeva dal 13/12/1294 quando il Papa Celestino V fece il “gran rifiuto” come scrisse Dante Alighieri nella sua opera maggiore. Per avere delucidazioni sull’avvenimento abbiamo incontrato il Parroco di Vitulazio Don Pietro Lagnese che, con la cortesia che lo distingue, ci ha riferito: ”La decisione del nostro amato Pontefice ha colto tutti di sorpresa. Una decisione che il Cardinale Sodano ha definito: ” Un fulmine a ciel sereno”. Dopo un pontificato durato quasi otto anni il Papa, che si considerava “un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”, ha dichiarato la fine del suo lavoro. Con voce sofferta Benedetto XVI ha chiesto perdono affermando che “per governare la barca di Pietro” è necessario sia il vigore del corpo che dell’animo, un vigore che in Lui è diminuito giorno dopo giorno. Durante un colloquio con un giornalista affermò:” Quando il Papa si rende conto di non essere più in grado di assolvere ai doveri del suo compito, ha il diritto e l’obbligo di dimettersi”. Come scrisse Cicerone nella sua opera De Senectute (La Vecchiaia): ” Senectus ipsa est morbus cioè “ la vecchiaia stessa è una malattia”, anche per il Pontefice la vecchiaia fa sentire il suo peso ed Egli, chiedendo perdono, decide di lasciare ad altri la guida della Chiesa. E l’ha fatto nel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes, protettrice degli ammalati! Anche Celestino V abdicò al pontificato a causa dell’età più che ottuagenaria e della debolezza che avvertiva. E lo fece al cospetto di alcuni cardinali come è avvenuto per Benedetto XVI che, come il suo predecessore, è stato un grande predicatore per le vie del mondo, ponendo al centro la figura di Nostro Signore. Nei suoi otto anni di pontificato ha visitato sinagoghe e moschee ed ha fatto 24 viaggi portando a tutti un sorriso, una carezza e la speranza di un mondo migliore. Il 28/5/ 2006 visitò il campo di sterminio di Auschwitz dove pregò Dio affinché non permettesse mai più una simile barbarie. Commovente l’abbraccio che il 4 febbraio c.a. il papa scambiò con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Pontefice alzatosi dalla sedia, si avvicinò all’ospite e, dopo avere appoggiato la mano sulla sua spalla, strinse le mani tra le sue. Un gesto che forse significava un addio e la Sua ultima decisione. Dal 28 febbraio la Sede Apostolica sarà vacante, ma per la S. Pasqua avremo il nuovo Papa. Sarà un nuovo inizio per la Fede e per la Chiesa universale.” Conclude Don Pietro che ringraziamo per la cortese disponibilità