Procida –Notoriamente uno degli argomenti che fa più notizia è quello relativo ad episodi di malasanità.
Fa molto piacere, quindi, per smentire certe cassandre, parlare di buona sanità sull’isola di Arturo, cosa che invero capita spesso, anche perché il leit motiv dei soliti benpensanti è “si vabbeh è il loro lavoro, vengono pagati per fare i medici, bla bla bla”. Ma questa volta non basta.
A parte che c’è modo e modo di fare il proprio lavoro, l’episodio che ieri l’altro ha coinvolto in un incidente stradale un’auto ed un ciclista, molto probabilmente senza la professionalità dei medici di turno, avrebbe avuto esiti diversi.
Giunto in ospedale, l’uomo è stato dapprima sedato, stabilizzato ed operato. Le condizioni sono apparse subito gravi ed anche il trasporto in terraferma con idroambulanza o elicottero, erano sconsigliate.
E allora l’equipe formata dal Chirurgo Ermanno Schiano, dal dott. Nicola Annunziata, dalla dott.ssa D’amico e dal corpo infermieristico composto da Carlo Massa, Ciro Luongo e Simona Scotto di Marrazzo più la tecnica di laboratorio Francesca Forgione, ha sottoposto lo sfortunato ciclista ad una delicata operazione chirurgica di circa due ore.
L’uomo, dopo aver perso circa un litro di sangue, presentava lacerazione completa del gomito sinistro, lacerazione completa dell’orecchio destro e una emorragia seria.
L’intervento ha permesso all’uomo la saturazione dei tessuti del gomito e dell’impianto cardio vascolare del braccio sinistro e una vera propria ricostruzione dell’orecchio destro che aveva impattato violentemente nell’incidente nel parabrezza dell’auto.
L’uomo è stato sottoposto anche a diverse altre analisi tra cui una TAC total Body che non ha evidenziato altre lesioni.
L’uomo già a poche ore dall’intervento appariva in buona salute, muoveva il braccio e non ha potuto che congratularsi, nella sfortuna, con tutto lo staff medico e paramedico del “Gaetanina Scotto di Perrotolo” che di fatto gli ha salvato la vita.
L’intervento a cui è stato sottoposto – ricordiamolo – è un intervento da codice rosso cioè di quelli che pur volendo non puoi trasferire (almeno senza averlo prima stabilizzato) in altri nosocomi e richiede professionalità ed esperienza, oltre che un sistema organizzato ed abituato al trattamento delle emergenze – urgenze.
È questo il felice epilogo di un caso difficile da trattare e a noi fa piacere raccontarlo – come dicevamo in premessa – perché la comunità non si deve mai stancare di tenere alta l’attenzione verso le autorità preposte, nel mantenere l’attuale presidio nelle forme e nella gestione così com’è oggi.