Vincenzo Iurillo |
Le invocano, le convocano e le svolgono perché dicono di voler promuovere democrazia e trasparenza nella scelta della classe dirigente. Ma chissà perché le primarie del Pd a Napoli e in Campania finiscono sempre in caciara, percentuali bulgare a macchia di leopardo, accuse di brogli e scene da film western, come in quella fredda e buia notte di fine gennaio 2011, quando l’europarlamentare ed ex assessore regionale bassoliniano Andrea Cozzolino ottenne l’effimera investitura di candidato a sindaco di Napoli poi cancellata sull’onda delle polemiche per l’affluenza dei cinesi e per le denunce di trucchi nei seggi avanzate dal rivale Umberto Ranieri.
Le primarie in salsa vesuviana assomigliano ormai a una perpetua notte dei lunghi coltelli tra finti amici che si scannano. E’ andata così anche stavolta, nelle primarie del 16 febbraio per la scelta del nuovo segretario regionale campano. Ha vinto la deputata Assunta Tartaglione, avvocato 43enne vicina a Matteo Renzi. Ha sfiorato il 60% in Campania. Grazie anche all’87% di Salerno città, il feudo del sindaco-ex viceministro Vincenzo De Luca, forse deluso per non essere riuscito a replicare il 92% che ottenne il ‘suo’ Renzi alle ultime consultazioni (un dato poi annullato). Eppure la Tartaglione ha rischiato di non partecipare nemmeno. Lei e il lettiano Guglielmo Vaccaro, il primo degli sconfitti, fermo al 27%, avevano presentato le liste oltre il termine ultimo delle ore 20 dell’8 febbraio.
L’unico a rispettare il termine, Michele Grimaldi, storico leader dei Giovani Democratici, che alla fine ha raccolto il 14%, aveva presentato un ricorso contro l’ammissione dei due avversari. La commissione nazionale di garanzia presieduta da Enrico Morando l’ha respinto, accettando le liste di Tartaglione e Vaccaro, secondo il principio che a Napoli è consuetudine violare le regole, quindi perché cominciare proprio in questa occasione? Ecco il brano, testuale, delle motivazioni del provvedimento di perdono: “Esistenza di numerosi precedenti, anche riferiti a congressi della stessa Unione regionale PD della Campania, nei quali un ritardo nella presentazione delle liste oltre la scadenza fissata dal relativo regolamento non è stata considerata ragione per non accettare le liste stesse”. E siccome certe abitudini finiscono per scoraggiare il simpatizzante medio, in Campania le primarie democrat non hanno brillato per affluenza. Poco più di 110mila votanti, meno di quanti versarono i canonici 2 euro nella sola Napoli e nella provincia napoletana alle primarie dell’8 dicembre che incoronarono Renzi.
Ma oggi come allora le polemiche si sono concentrate a Salerno, sede di 17 seggi per 130mila abitanti, un rapporto seggi-residenti che non aveva uguali nelle altre province campane. Sin dalle prime ore del voto Vaccaro ha segnalato una serie di presunti brogli: “Non è possibile che qui si stia votando al ritmo di 30 secondi a persona, con un’affluenza maggiore di quelle nazionali”. Il deputato ed ex consigliere regionale per protesta ha subito occupato la sede del Pd salernitano, prima della chiusura dei seggi. Ed è ancora lì, in tuta, a dormire su un materassino portatile, sotto l’occhio di una webcam che rimanda tutto in diretta sul suo sito. Vaccaro conta di restarci fino a sabato, quando verrà raggiunto dai suoi supporter. “Una pagliacciata” accusa il segretario salernitano del Pd, Nicola Landolfi. Può darsi, ma Vaccaro fa sul serio.
Oggi dovrebbe essere ascoltato dal pm della Dda di Salerno Vincenzo Montemurro, titolare di un’inchiesta sulle false tessere democratiche e sulle presunte infiltrazioni camorristiche nella campagna di adesione del Pd. Intanto la Tartaglione ha compiuto il primo falso del nuovo corso. Ieri mattina ha annullato con tre minuti di preavviso la prevista conferenza stampa di presentazione della segreteria regionale. I giornalisti erano già alla porta della sede di via Santa Brigida a Napoli e sono rimasti fuori, senza nemmeno le scuse per il fastidio. Motivo dell’annullamento? Contrasti improvvisi con Vincenzo De Luca, che ha detto ‘no’ alla preannunciata nomina di un vicesegretario. Perché la Tartaglione è il nuovo segretario eletto dalle primarie. Ma chi comanda e continuerà a comandare davvero nel Pd campano è De Luca.