Procida – Sono settimane che faranno la storia. Non più un intervallo di giorni, ma lunghi e interminabili istanti tra giornate.
Il mattino tra attività, lavoro, studio, pranzo. I pomeriggi lunghi da passare, allo smart working, alla tv con il bollettino delle 18 e la sera che incombe con la nenia dei soliti gesti.
Sguardi stanchi rivolti sempre li sul cellulare, sui social, quasi a voler esorzizzare paure e angoscie.
Prendere nota allora di questi momenti a mò di diario e provare a buttare giù una mezz’ora di parole al computer o a mano, diventa un esercizio formidabile. Come quando lo si faceva racchiudendo emozioni e parole in una bottiglia per poi lanciarla nel mare sperando che potesse arrivare chissà dove.
Un periodo della vita indimenticabile che vale la pena dunque di appuntarlo, perché un giorno, forse raccolto in un libro, si possa raccontare alle generazione future del coronavirus di questo duemilaventi.