Procida – Comunicato stampa – «Il Pio Monte dei Marinari di Procida, è un Ente che è stato fondato nel lontano 1617 come associazione di mutuo soccorso, per pagare i riscatti dei marinari fatti prigionieri dai saraceni e per aiutar economicamente le famiglie dei marittimi morti in mare e che vivevano in stato di indigenza economica.

A tale scopo fu creato, con una autotassazione di armatori, marittimi e pescatori, un fondo patrimoniale di grande consistenza e fu edificata finanche la Chiesa di Santa Maria della Pietà  a imperitura memoria della solidarietà marinara dei procidani ed al loro forte sentimento religioso cattolico.

Nel 1871 con l’Unità d’Italia, il Consiglio Comunale di Procida, provvide alla rivisitazione   dello Statuto del 1617 e lo pose all’approvazione di Vittorio Emanuele II re d’Italia che lo approvò.

Nel 1939, su proposta di Mussolini il re Vittorio Emanuele III, in ricorrenza del decimo anniversario dei patti lateranensi, firmò un Regio Decreto, con il quale dichiarò l’Ente come “Confraternita del Pio Monte dei Marinai di Procida” mettendolo così sotto l’egida della Diocesi di Napoli. La Diocesi di Napoli, pur verificandosi una variazione di scopo sociale, non provvide a modificare lo statuto precedente, molto probabilmente perché l’Ente de facto continuò a svolgere prevalentemente una funzione di assistenza alle famiglie dei marittimi in difficoltà economica, attività svolta  fino ai giorni nostri.

Da decenni, l’Ente vive in una gestione straordinaria con commissariamenti, ingiustificati, promossi dalla curia di Napoli e, da quanto risulterebbe da verbali di Commissari precedenti, con un patrimonio ridotto ad un terzo di quello iniziale.

In tale cornice si inquadra l’azione promossa dal Comitato Pro Pio Monte dei Marinari di Procida,

Che nel novembre 2018 presentò al cardinale dell’epoca Crescenzo Sepe una istanza sottoscritta  da oltre 1500 procidani con la quale si chiedeva la definizione di un nuovo  Statuto per determinare  una elezione di un direttivo per una Ordinaria Amministrazione dell’Ente;

Da quella data il Comitato, ufficializzato nelle sue funzioni, con delibera del Consiglio Comunale di Procida votata all’unanimità, ha incontrato ripetutamente i rappresentanti della Diocesi di Napoli, partecipando alla definizione di un nuovo Statuto, ma senza mai ultimare i lavori.

A fronte di ciò e vista anche della nota evasa dal Direttore dell’Ufficio Diocesano delle Arciconfraternite don Giuseppe Tufo si sottolinea che:

  • Quei “taluni” di cui si fa menzione nel comunicato stampa, sono i rappresentanti del “Comitato pro Pio Monte dei Marinari di Procida”, composto, è bene ricordarlo, da:

sei sindaci compreso quello in carica, dai Presidenti di tutte le Associazioni di marittimi procidani,

da rappresentanti dell’Assemblea civica, tutti ben conosciuti dal Direttore dell’Ufficio Diocesano delle Arciconfraternite, con il quale più volte ci sono state interlocuzioni telefoniche, via WhatsApp e riunioni a Procida ed in Diocesi;

  • Dal novembre 2018, si sta tentando di definire un nuovo Statuto dell’Ente, che purtroppo è ancora lettera morta anche e soprattutto per le numerose interruzioni dei lavori da parte della diocesi.

La sottoscrizione – dunque – a cui il comitato sta lavorando alla luce del sole, nasce da queste premesse e serve soprattutto a sensibilizzare gli appartenenti al ceto Marinaro di Procida, sensibili ai comuni valori di solidarietà sociale e marinara, ad iscriversi al glorioso Ente “Pio Monte dei Marinari di Procida” e addivenire così dopo una pluridecennale gestione commissariale ad una gestione ordinaria. A tal proposito si rappresenta che il Comitato circa un mese fa, sempre nell’ottica della massima collaborazione, ha chiesto all’Arcivescovo di Napoli, un incontro per raggiungere un definitivo accordo. Fiduciosi della grande sensibilità socioculturale dell’attuale Arcivescovo, restiamo in fiduciosa attesa».  

Aniello Scotto di Santolo

Comitato Pro Pio Monte dei Marinai di Procida