
Cristina Marra – Segue le orme di Jules Verne e per due anni Josè Luis Gonzàlez Macìa, artista e illustratore spagnolo si tuffa in un mare di informazioni che riguardano i fari cercando di distinguere le luci dalle ombre per rendere verosimili storie a volte difficilmente dimostrabili. Fari memorabili, autentiche icone del mare diventano i protagonisti di “Breve atlante dei fari in capo al mondo” edito da Einaudi (Frontiere Einaudi) e tradotto da Federica Niola .
Con l’ Atlante scopriamo trentaquattro occhi di luce in mezzo al mare, sentinelle arroccate su scogli, vedette che sfidano le tempeste, guardiani solitari dislocati in tutto il mondo a partire dall’Ucraina fino alla Cina. L’autore offre una breve storia della costruzione, del suo progettista o architetto, con coordinate geografiche, cenni storici, curiosità, aneddoti e incursioni letterarie. Nel racconto di questa serie ristretta e affascinante di Fari incontriamo Virginia Woolf e Edgar Allan Poe, o ancora Nelson Mandela o John Cook.
L’autore nel suo atlante riporta un viaggio geografico e letterario e fa conoscere la luce di Bell Rock il più antico faro eretto in mare e ancora in piedi progettato da Robert Stevenson, nonno dello scrittore, che resiste ancora agli impeti del mare scozzese, e che sull’isola francese di Clipperyon persa nell’immensità del pacifico, puzza di ammoniaca, e travolta dagli uragani, ha spiagge invase dai granchi e acque infestate dai pescecani, o ancora il faro Evangelistas sul quale aleggia la credenza del fantasma del guardiano Sillard che ha ispirato scrittori cileni come Càrdenas ed è ancora abitato, invece abbandonato e alla rovina è il faro di Great Isaac Cay delle isole Bimini legato al mistero della sparizione dei suoi guardiani il 4 agosto del 1969.
Questi e molti altri sono i protagonisti del breve atlante che Josè Gonzales Macìa dedica a coloro che hanno lavorato nei fari isolati e alle persone che hanno raccolto e tramandato le loro storie e a Verne che cita in esergo, ed è superfluo dire che il faro in capo al mondo possedeva una luce fissa. Non c’era da temere che il capitano di una nave potesse confonderla con quella di un altro faro, poiché non ne esistevano altri in quei paraggi.
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